Il progetto
Le immagini dei luoghi del 2010, l’anno della prima stesura del progetto, evocano solo crolli, macerie, precarietà.
Dopo lo sfollamento previsto dalla legge speciale del 1952 intitolata “Risanamento dei rioni dei Sassi nell’abitato del comune di Matera”, la natura se li era ripresi quei luoghi, rendendo irriconoscibile l’ecosistema urbano che la fatica di generazioni aveva perfezionato nel corso di secoli.
L’idea che ha ispirato il progetto e l’entusiasmo che ne ha animato la realizzazione ruota attorno al recupero delle componenti del paesaggio culturale dei Sassi ed al loro riuso in chiave contemporanea.
La morfologia del comparto urbano ricorda la forma di un ferro di cavallo e si articola su tre livelli intorno a tre corti/vicinato, che costituiscono la matrice di aggregazione degli ambienti. L’insieme è un contrappunto di pieni e di vuoti, di scavato e di costruito, mille metri quadri di storie che documentano l’abitare e il lavoro, un racconto dell’esistenza dell’uomo nei secoli.
In fondo alla corte stretta e lunga al centro del complesso, quattro secoli fa, nel 1610, c’è chi ha celebrato su un massiccio architrave in tufo, adorno di foglie di acanto, il proprio successo nella società e nel lavoro. Oggi quelle foglie di acanto segnano l’ingresso nel luogo più importante, quello del convivio, dove ogni giorno gli ospiti si ritrovano all’inizio della giornata per la colazione. Siamo sotto la Chianella all’interno degli antichi foggiali, i depositi di grano della città medievale, come documentato dalle bocche delle fosse sulla sommità della grotta.
Come la conservazione del grano ha determinato le forme dei foggiali, così la raccolta dell’acqua ha disegnato percorsi sinuosi e generato le forme delle cisterne a campana. Il rigore dell’intervento di recupero gioca con queste forme facendole dialogare con le nuove destinazioni d’uso dell’albergo diffuso. Tutti i materiali rinvenuti nel corso dei lavori sono stati recuperati e riusati, dai sestini in cotto seicenteschi, alle maioliche decorate settecentesche, alle cementine ottocentesche.
L’insieme è un grande puzzle dove ogni tessera riconduce ad una storia particolare e nel complesso offre un contatto autentico con il luogo, con i suoi colori, i suoi sapori e la sua gente.
Arch. Domenico Fiore